Lockdown e screening oncologici
È necessario iniziare a valutare come uscire dal lockdown, e questo per noi significa come riavviare le attività di screening. Sarà una fase lunga e richiederà di adeguarsi alle condizioni di sicurezza che dobbiamo garantire.
Nello specifico, è essenziale mantenere il distanziamento sociale, da attuare innanzitutto con una riduzione degli accessi nelle strutture. Questo comporta rivedere aspetti della logistica e del processo organizzativo, con l’utilizzo di sistemi informativi che possano favorire il proseguimento dell’attività e il contenimento dei costi in una situazione che sarà comunque resa meno efficiente dalla necessaria sicurezza richiesta dalla sanità pubblica.
Nello screening cervicale con Hpv primario si può prevedere l’utilizzo come prioritario del self-sampling, un sistema ormai validato, come alternativa al prelievo tradizionale. Questa opzione può incentivare alla partecipazione in un contesto dove gli appuntamenti ‘tradizionali’ dovranno prevedere un minor overbooking, e quindi disagi e inefficienze, per garantire il distanziamento sociale necessario. Nelle fasce di età sopra i 50 anni e finché previsti ambedue, si potrà organizzarsi, anche forzando gli intervalli tra screening, per accoppiare lo screening cervicale e quello colo-rettale.
Le opzioni di invito potrebbero essere:
1) Utilizzare il sistema che in molte regioni è stato attivato, proprio a causa della crisi Covid-19, per le ricette elettroniche dei Medici di Medicina Generale che prevedono diverse strategie di contatto (da concordare e sviluppare con le regioni già attrezzate). Il Centro Screening dovrebbe poter utilizzare il sistema elettronico per la gestione di un invito via SMS. La possibilità preferenziale è di dare un numero che permetta alla donna che decide di fare l’autoprelievo di ritirare gratuitamente i kit in farmacia o l’invio diretto a casa, secondo il modello già attualmente in uso per il colon-retto; al ritiro del kit sarà consegnata anche una informativa. Una informativa dettagliata dovrebbe anche essere disponibile online.
2) Inviare la usuale lettera individuale con le due opzioni (prelievo tradizionale e self sampling), che potrebbe essere ritirato nelle farmacie solo dietro presentazione lettera screening o invio prefissato dei kit a casa con informativa a chi lo chiede.
Data la situazione che si è venuta a creare, si può modificare il protocollo per le nuove entrate nel programma Hpv, passando nelle regioni dove questo non è già politica attuale, all’offerta dello screening Hpv primario a partire dai 30 anni invece che dai 34 anni. Questa scelta verrebbe anticipata a tutte le donne, come era previsto per le coorti delle vaccinate.
Bisogna studiare il protocollo da adottare per le donne che fanno self sampling con l’obiettivo di limitare il numero di accessi al servizio di screening il più possibile, considerando nel costo dello screening l’impatto della sicurezza e del distaccamento sociale in sede ambulatoriale.
I dati analitici dello screening Hpv in regione Toscana mostrano una positività media regionale del 7.5%; il 75%-80% delle positività sono da Hpv-other e il 20-25% da Hpv-16/18. Nelle donne Hpv-other il 15-18% circa delle citologie di triage sono positive, nelle donne HPV-16/18 il 21-23% delle cito triage sono positive. Due possibili alternative:
- colposcopia a tutte le HPV positive con citologia in colposcopia. Al follow-up ad 1 anno oltre al test HPV potrebbe essere fatta la citologia di triage, che determinerà pertanto l’invio in colpo. L’impatto prevedibile è un maggiore numero di colposcopie subito, ma probabilmente una riduzione al richiamo ad 1 anno, considerando che molti centri di screening sono già al round di incidenza
- adottare il protocollo americano che prevede invio a colpo immediato solo per 16/18 positive e citologia di triage ai positivi con HPV- other per ridurre il numero di colpo immediate.
In conclusione, dobbiamo entrare nel merito delle proposte organizzative e di protocollo che ci possono consentire di innovare organizzazione e protocolli dello screening oncologici. Una necessità che può trasformarsi in un’opportunità di miglioramento.
20.04.2020